di AMDuemila, 30 Giugno 2015
Il rapporto di Legambiente: aumenta corruzione, più illegalità rifiuti e
cemento
Il giro di affari delle Ecomafie non sembra conoscere ostacoli: nel 2014
cresce ancora e raggiunge i 22 miliardi di euro, con un incremento di 7
miliardi rispetto all'anno precedente. I reati accertati, nello stesso anno,
sono stati 29.293, pari a 80 al giorno, quasi 4 ogni ora, con un aumento delle
infrazioni nel settore dei rifiuti (più 26%) e del cemento (più 4,3%) perlopiù
"alimentate dalla corruzione". Sono i dati sulle illegalità
ambientali forniti dal nuovo rapporto Ecomafia di Legambiente, realizzato
grazie al contributo delle forze dell'ordine, tra cui Carabinieri, Forestale,
Guardia di finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di porto, Agenzia delle
dogane e dei monopoli, Polizie provinciali, Direzione Investigativa Antimafia e
Direzione nazionale antimafia.
Prima in classifica è la regione Puglia, mentre al centro Italia è il Lazio
a battere i record. La Liguria è la prima del nord mentre la Lombardia è in
cima per le indagini sulla corruzione. Più della metà (14.736) del totale delle
infrazioni è stato registrato nelle ''quattro regioni a tradizionale presenza
mafiosa: Puglia, Sicilia, Campania e Calabria’’. Si parla di 12.732 denunce, 71
arresti, 5.127 sequestri.
"Il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato
quello agroalimentare'', si legge nel rapporto, per un giro d'affari di 4,3
miliardi (l'anno prima era sui 500 milioni) mentre il racket degli animali
colleziona 7.846 reati. Il documento mette in evidenza il calo dei reati in
Campania (meno 21%) e un aumento degli illeciti in Puglia (15,4% dei reati
accertati, pari a 4.499, 4.159 denunce e 5 arresti). Le inchieste sul traffico
organizzato di rifiuti arrivano a 35 nel 2014 (285 dal 2002). In generale, le
infrazioni nei rifiuti superano le 7 mila, quasi 20 al giorno. Aumentano anche gli
illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati realizzati soprattutto in Campania
e poi in Calabria, Puglia e Lazio. Cala il numero di incendi ma aumenta la
superficie boschiva finita in fumo (dai 4,7 mila ettari del 2013 ai 22,4 del
2014). Nel 2014 sono stati 852 i furti d'opere d'arte accertati dalle forze
dell'ordine.
Legambiente traccia anche un identikit dei professionisti dell'ecomafia: si
va dal trafficante dei rifiuti ai trasportatori e agli industriali fino agli
intermediari con le istituzioni o ad alcune ''figure chiave'' tipo ''il
politico locale'' e ''il funzionario pubblico''. ''Vogliamo ribadire che la
buona politica e un sistema di controlli efficace - è la conclusione del
presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - sono il miglior antidoto
per debellare le ecomafie, ecco perché auspichiamo che nei prossimi mesi sia
varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma
in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova
regolamentazione degli appalti'’.
Per Raffele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione “gli
appalti pubblici nel settore dell'ambiente sono tra quelli più esposti alla
corruzione e alla criminalità organizzata''. E i dati confermano: ''sono ben
233 le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale,
concluse con l'arresto di 2.529 persone e la denuncia di 2.016, grazie al
contributo di 64 procure di 18 regioni. La Lombardia è la prima regione dove il
fenomeno corruttivo si è maggiormente diffuso con 31 indagini, seguita subito
dopo dalla Sicilia con 28 inchieste, la Campania con 27, il Lazio con 26 e la
Calabria con 22''. Secondo Legambiente si tratta di un ''fenomeno nazionale''
che va ''dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell'Alta velocità, dai Grandi
eventi alle ricostruzioni post terremoto, dalla gestione dei rifiuti
all'enogastronomia e alle rinnovabili''.
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