di Lucia J. Iaia, Q Provincia Taranto, 30 Gennaio 2016
AttivaLizzano sollecita l’intervento del
presidente della Provincia «Tutto fermo mentre la situazione degenera e il
percolato dilaga»
«Tutto è fermo, escluso il percolato che con le piogge invernali continua a dilagare in un territorio che ha intorno coltivazioni, di grano, viti e ortaggi e aree dedicate alla pastorizia». Sono dure le parole di AttivaLizzano che scrive al presidente della Provincia, Tamburrano, sollecitando un immediato intervento. La necessità di una bonifica nella discarica in località Palombara, appare sempre più urgente. Eppure, prima di Natale, qualcosa sembrava essersi mosso nella direzione giusta. «Il 14 dicembre 2016, Tamburrano ha comunicato la conclusione del procedimento avviato per l’individuazione del responsabile del superamento della soglia di contaminazione delle acque sotterranee in località Palombara ed il contestuale avvio del procedimento finalizzato all'emissione dell’ordinanza con la quale dovrebbe imporre ai gestori e ai proprietari delle aree della discarica, di mettere in sicurezza il sito». Poi però, è calato il silenzio, più volte denunciato dagli ambientalisti. «Questo atto amministrativo è indispensabile per avviare l’iter dell’intervento, da parte della Regione, per la messa in sicurezza, la bonifica e la chiusura definitiva della discarica, nel momento in cui i soggetti ai quali è rivolta l’ordinanza, non vi diano esecuzione. È passato più di un mese, questa ordinanza non è stata ancora emessa, cosa aspetta, signor presidente? Le ricordiamo che, in più di un’occasione ha messo in evidenza la sua solerzia nella produzione di atti e non chiacchiere». La storia di questa discarica è nota a tutti ma AttivaLizzano ne ripercorre gli ultimi atti, proprio per evidenziare la gravità della situazione. «Dal 10 febbraio 2014, data del sequestro, ad opera della magistratura, della discarica Vergine, nessuna azione è stata compiuta dalla Provincia, per impedire l’ esplosione della bomba ecologica costituita dall’enorme quantità di percolato che, da tre anni, si riversa sul terreno intorno alla discarica, penetrando probabilmente fino alla falda profonda. Il danno all’ambiente potrebbe essere già gravissimo se, come risulta dalle analisi dell’acqua prelevate dai pozzi spia all’interno della discarica, effettuate dall’Arpa, i veleni rinvenuti si sono riversati nella falda». Eppure, la Provincia sembrava aver assunto una posizione netta. «Già nel consiglio provinciale del 17 dicembre 2015, per stessa ammissione di Tamburrano, come risulta dagli atti, si affermava l’esistenza di uno stato di emergenza che rendeva improrogabile la bonifica del sito, resa più urgente dal fatto che la magistratura aveva già appurato l’illecita gestione della discarica nella quale erano stati conferiti rifiuti non inertizzati, mancando completamente l’impianto di inertizzazione e perciò pericolosi. Avendo inspiegabilmente restituito la Provincia tutto il deposito cauzionale a garanzia della bonifica, si affermava, in mancanza di fondi, che la situazione era tanto grave da dover decidere sulla voltura dell’Aia alla società Lutum. Questa, in cambio, si assumeva l’onere della bonifica e della messa a norma della discarica, continuando l’attività di gestione della discarica. Attivalizzano, opponendosi all’ulteriore conferimento di rifiuti in un territorio che da oltre quarant’anni viene sventrato e poi ricolmato di rifiuti, senza che mai siano state bonificate le aree delle vecchie discariche, impedì questa manovra», precisa il presidente dell’associazione. Dunque, il problema persiste e preoccupa. «Da allora - puntualizza AttivaLizzano - nulla è stato fatto. La situazione indicata come altamente pericolosa, è ora diventata disastrosa, ma nulla si muove. Di tanto in tanto, vengono istituiti tavoli tecnici all’assessorato all’ambiente della Regione, durante i quali si dispongono rilievi che vengono effettuati a distanza di mesi, i rappresentanti delle istituzioni leggono relazioni che non portano a nulla, i politici fanno la loro comparsa perchè il giorno dopo possano essere visibili sulla stampa».
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