7 marzo 2013
Due centraline Arpa controlleranno odori
LIZZANO - Monitorare per un mese lo stato di salute dell’aria di Lizzano attraverso l’installazione di due centraline, la prima da fissare presso la scuola elementare “Anna Frank”, la seconda vicino alla discarica Vergine. Questa è la conclusione cui si è giunti nell’incontro che si è tenuto ieri sera, non in piazza Matteotti, bensì presso la sala consiliare (a causa della pioggia), alla presenza delle mamme di Lizzano, alcuni bambini, il sindaco Dario Macripò, l’assessore provinciale Giampiero Mancarelli, il direttore didattico della scuola Frank Filippo Coppola, alcuni volontari dell’associazione di Attiva Lizzano e infine la responsabile di Taranto dell’Arpa Puglia Maria Spartera. L’incontro è stato proficuo anche per discutere e chiarire tra il direttore didattico e le mamme le assenze dei bambini che hanno disertato le lezioni, nelle precedenti manifestazioni di sensibilizzazione contro l’ inquinamento che si sono tenute nei giorni scorsi presso la stessa scuola di Lizzano.
Il summit è stato introdotto dal primo cittadino il quale ha sottolineato che il Comune ha svolto in passato un notevole lavoro sul problema ambientale, muovendosi in più direzioni. Di parere opposta Attiva Lizzano attraverso il suo presidente Angelo Del Vecchio, il quale ha invece replicato a nome dell’associazione, puntualizzando che il sindaco non si sarebbe mosso con celerità, non dando seguito alla delibera del consiglio comunale del 2010.
L’assessore provinciale Mancarelli ha puntualizzato il concetto di fondo che non c’è un vero limite alle esalazioni, sui cattivi odori provenienti dalla discarica. Egli si è appellato ai presenti dicendo che bisogna individuare la provenienza delle esalazioni che invadono Lizzano. Ecco la ragione per la quale alla fine si è deciso di installare a breve altre centraline di monitoraggio per verificare la puzza che viene avvertita spesso in paese. Un aspetto sicuramente positivo in linea con i controlli da effettuare minuziosamente.
Questo in sintesi il concetto esternato nel suo intervento Maria Spartera, responsabile di Taranto della'Arpa Puglia, il cui ente è stato sempre al centro delle attenzioni dei molteplici giudizi e valutazioni da diversi esponenti ed esperti. Filippo Coppola, direttore didattico della scuola elementare Anna Frank, oltre a soffermarsi sulla questione delle precedenti interferenze delle assenze con l'orario delle lezioni (da non ripetere più), si è mostrato preoccupato del malesseri fisici cui spesso vanno incontro i bambini. Una vera anomalia.
Le mamme si sono mostrate alla fine soddisfattte dell'incontro avuto, dell'attenzione mostrata e delle conclusioni cui si è giunti con l'installazione delle centraline. Particolarmente toccante una lettera si una bambina, Morena della quinta elementare della Anna Frank, la quale ha fatto commuovere diversi presenti per le toccanti parole pronuciate. Ovvero, partendo dal malessere cui vanno incontro in aula, attraverso il bruciore agli occhi e della gola, ha ribadito il concetto di non voler andare via da Lizzano, come gli adulti, in quanto ama il suo paese. Si sente adorata e vicina la sua famiglia, gli zii e i nonni per l'amore che nutre con grande affetto.
di Angelo Occhinegro La Gazzetta del Mezzogiorno
10 aprile 2012
Lettera aperta al sindaco
Egregio sig. Sindaco del Comune di Lizzano,
Il nostro Comune da tempo è interessato da interventi di riqualificazione urbana che interessano in particolar modo le aree pubbliche, in cui in modo più o meno indiscriminato vengono abbattuti alberature di alto fusto.
E’ inutile ricordarLe l’importanza degli alberi all’interno dei luoghi costruiti, della loro funzione bio-ecologica e di socializzazione.
Proprio per queste ragioni, è urgente che Lei e l'Amministrazione tutta si assicuri, prima di ogni futuro intervento, di avere la possibilità di rispondere con chiarezza a delle semplici domande, le cui risposte rappresentano sia un diritto per ogni singolo cittadino che un dovere per l'Amministrazione tutta.
1) Nelle scelte e conseguenti delibere del Comune è stato tenuto conto del valore economico di ogni singolo albero?
Ogni albero presente sul territorio comunale è di proprietà del Comune stesso, il che è equivalente a dire che è proprietà di ogni singolo Cittadino.
Se un qualsiasi privato cagionasse un danno ad un albero appartenente al patrimonio comunale, sarebbe immediatamente sottoposto alla sanzione corrispondente alla rimessione in pristino dello stato dei luoghi, precedentemente al danno stesso.
Quando è invece un'Amministrazione comunale a deliberare l'abbattimento, deve evidentemente dare una giustificazione tecnica del proprio operato, indicando chiaramente in delibera la conseguente diminuzione di valore del Patrimonio Comunale tra le voci di spesa, in modo che la scelta possa essere chiaramente valutabile dal Collegio dei Revisori dei Conti; diversamente qualsiasi Cittadino potrebbe chiedere ragione di questa mancanza attraverso la Corte dei Conti, con conseguente determinazione delle responsabilità.
Indicativamente, alberi come quelli esistenti in Piazza San Nicola hanno un valore economico compreso tra i 3000 e i 5000 euro per singolo esemplare.
Nel catalogo di Tor San Lorenzo [il più grande vivaio d'Italia] del 2006 i Pinus pinea di altezza compresa tra 5 ed i 6 metri vengono 3.408 euro l'uno, naturalmente IVA [al 10%], trasporto ed impianto esclusi.
Ci troviamo quindi di fronte a valori complessivi, per l'intera alberatura, dell'ordine di un centinaio di migliaia di euro.
2) L'abbattimento di un albero è chiaramente giustificato là dove vi fosse pericolo per la pubblica incolumità; tale necessità deve tuttavia sempre essere preceduta da un accurato esame tecnico, svolto da professionisti abilitati (Dottori Agronomi o Forestali, in quanto competenza esclusiva dell'Ordine cui afferiscono) utilizzando le metodologie che più sono accreditate allo scopo, come la VTA ( Visual Tree Assessment), ed approfondendo l'esame, qualora emergessero fattori di rischio, con gli opportuni esami strumentali, quali il Resitograph e l'Arbotom (Tomografia sonica tridimensionale).
Inoltre, i fattori di rischio riscontrati devono essere documentati fotograficamente, sia in fase preliminare, che in fase di abbattimento (carie interne o corteccia inglobata).
Ogni altra metodologia utilizzata, o parere professionale che non utilizzi le succitate metodiche è privo di qualsivoglia valore in sede legale.
3) Naturalmente, una possibile ragione per l'eliminazione di un albero può essere costituita da danni od interferenze ad infrastrutture pubbliche, qualora non siano possibili soluzioni alternative. Il costo delle alternative deve ovviamente essere valutato in confronto con la diminuzione di valore del patrimonio comunale conseguente all'abbattimento (si veda il punto 1, in proposito).
A questo proposito siamo lieti di fornire, in allegato, due relazioni che attestano la metodologia d'intervento da seguire in questi casi, per evitare futuri danni all'asfalto o alle reti idriche fognarie; la prima è del Prof. Francesco Ferrini, il maggior esperto italiano di arboricoltura urbana, nonché professore universitario a Firenze, che la redasse per un caso simile, all'interno della causa giudiziaria che vide conseguentemente coinvolto il Comune di Marina di Campo (LI); la seconda è una dettagliata relazione tecnica del Dott. Valentino TRAVERSA Consulente dello Osservatorio Europeo del Paesaggio membro della Commissione Locale per il Paesaggio dell’Union 3, redatta per il Comune di Nociglia e già posta in essere, che illustra con precisione modalità d'intervento e costi delle sperimentate metodologie che risolvono i conflitti tra alberi ed infrastrutture dell'ambiente urbano.
4) All'interno delle future decisioni di riassetto del paesaggio urbano, riteniamo oramai indispensabile corrispondere alle raccomandazioni e direttive che arrivano dall’U.E. per la gestione partecipata del governo del territorio, in modo partecipato, a partire dalla Convenzione di Århus e alla successiva Convenzione Europea del Paesaggio, ratificate e divenute quindi leggi di nazionali.
I principi ispiratori di questi trattati sono poi stati recepiti in sede regionale, ad esempio, il DRUG,la nuova legge regionale sull’uso e la tutela del territorio (LR 20/2001), i piani di rigenerazione urbana, e tanti, tanti altri esempi che ogni amministrazione dovrebbe conoscere. Le metodologie sono altrettanto note ed utilizzate in qualsiasi Comune, come il processo di Agenda 21 Locale e l’applicazione della procedura EASW, European Awarness Scenario Workshop , di consultazione della popolazione.
Per concludere, noi riteniamo giusto e utile intervenire nei luoghi urbani pubblici, che in quanto pubblici sono di tutti , ma riteniamo indispensabile in quest'ambito, la consultazione diretta dei Cittadini e delle Associazioni.
Riteniamo quindi necessario essere soggetti attivi all’interno di questi processi, ci piacerebbe che la democrazia partecipativa fosse un metodo di normale applicazione per prospettare nuovi scenari che interessano il futuro aspetto del nostro paese.
22 marzo 2012
Il mio amico albero

Domenica 25 marzo, AttivaLizzano, WWF Taranto e Legambiente circolo Il Mirto di Lizzano, invitano a passare una piacevole mattinata in amicizia presso il Parco San Nicola, nei pressi della Chiesa Madre.
L'iniziativa è nata per valorizzare gli spazi comuni e per godere della bellezza dei pini che adornano la piazza minacciati di abbattimento dal nuovo progetto di riqualificazione della stessa.
Il Parco San Nicola è uno dei rari spazi verdi del paese, i pini non danneggiano in alcuna maniera le case nè le strade che circondano la piazza, sono stati piantati e crescono sani e robusti a Lizzano, da decenni. Siamo convinti che la riqualificazione del territorio debba rispettare le bellezze già esistenti, anche gli alberi sono patrimonio di una collettività.
Durante la mattinata saranno promossi giochi per grandi e piccini, canti, non mancheranno dolci da mangiare all'ombra dei pini per godere insieme della natura.
Ai bambini verrà proposto di dare un nome agli alberi così da aumentare il legame affettivo uomo/natura. Vi aspettiamo dalle 9:30 in poi"
Il Comitato, nell’occasione, intende promuovere una PETIZIONE POPOLARE attraverso una raccolta di firme contro l’abbattimento di alberi in Piazza San Nicola evidenziando i seguenti punti:
-Una continua e programmata distruzione delle piante che hanno ombreggiato per 50 anni le nostre piazze;
-L’importanza fondamentale del ruolo degli alberi nell’ambiente urbano sia per la salubrità dell’aria, assorbendo CO2, sia per gli effetti benefici sul microclima locale;
-Un’evidente contraddizione tra l’intento di ecocompatibilità perseguito dal progetto della Piazza San Nicola e l’abbattimento di alberi storici;
-L’assoluta mancanza durante le fasi progettuali di informazione e di coinvolgimento dei cittadini.
Il Comitato rileva ancora una volta l’assoluta insensibilità da parte dell’Ente Locale di promuovere progetti “veri” di sostenibilità ambientale e di recupero urbanistico delle aree interne al centro abitato e di scarsa attenzione verso la storia locale, tenuto conto che nelle adiacenze della piazza in questione vi è l’esistenza di depositi ipogei “medievali” di grano, che sarebbe importante e opportuno recuperare.
Questo Comitato ritiene che gli alberi di piazza San Nicola sono patrimonio di tutti e per tanto chiede una revisione del progetto e dice:
“NO AL TAGLIO DI ALBERI IN PIAZZA SAN NICOLA”
27 febbraio 2012
Nasce il coordinamento "SALVIAMO LE DUNE"
SALVIAMO LE NOSTRE DUNE DA CHI LE SPIANA PER REALIZZARE POSTI AUTO
QUESTO L’OBIETTIVO DEL COORDINAMENTO “SALVIAMO LE DUNE” CHE UNISCE ASSOCIAZIONI E CITTADINI DI LIZZANO, PULSANO E TARANTO
Il nostro mare, le sue bellissime coste e il nostro paesaggio sono risorse per un futuro ecocompatibile del nostro territorio
Continua l’opera di distruzione delle dune costiere del versante orientale tra Pulsano, Lizzano e l’isola amministrativa di Taranto. Già l’anno scorso alla denuncia relativa allo spianamento di un pezzo di duna davanti allo stabilimento balneare “Blue Sun” era seguito il sequestro dell’area stessa. Da qualche mese notiamo altre attività di disfacimento del sistema costiero, all’altezza del lido Bahia del Sol. Un disfacimento silenzioso, ma significativo per la costa, fatto per ricavare pochi parcheggi, ma che, in quel delicato ecosistema, crea gravissimi danni alle nostre risorse ambientali. Danni che possono essere irrecuperabili se non fermiamo in tempo questa mania inutile e dannosa (oltre che illegale) di asservire l’ambiente alle discutibili esigenze di parcheggi sempre più grandi ed invadenti.
In questi giorni varie associazioni ambientaliste (i circoli Legambiente di Lizzano, Pulsano e Taranto, l’associazione Attiva Lizzano, gli Amici dei Musei di Lizzano e il WWF di Taranto) e singoli cittadini, hanno dato vita al Coordinamento “Salviamo le dune” nato con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica, le Amministrazioni locali e tutti i cittadini dei nostri paesi e del capoluogo, sulla necessità di tutelare con il massimo rigore l’integrità della nostra costa. Solo la tutela e la salvaguardia delle risorse ambientali potrà permettere uno sviluppo sostenibile e un turismo responsabile.
Le improvvide (oltre che illegali) iniziative di singoli che spianano le meravigliose dune, formatesi in migliaia di anni, per ricavare qualche posto auto, non fanno altro che impoverire le nostra costa, rendere sempre più fragili i beni naturalistici, e contribuire a distruggere importanti fattori di sviluppo locale. Il coordinamento “Salviamo le dune” intende porre con forza all’attenzione di tutti i soggetti istituzionali e dei soggetti preposti al controllo e alla repressione dei reati ambientali, la necessità di controlli rigorosi e in generale di una maggiore capacità di intervento per prevenire fatti dannosi che contribuiscono a deturpare la nostra costa.
Il Coordinamento farà la sua parte vigilando e denunciando qualunque intervento ai danni dell’ecosistema costiero.
Il Coordinamento intende inoltre avviare una campagna di raccolta di firme al fine di proporre una legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un area protetta regionale a norma della LR 19/97, "Norme per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia", con l’intento di tutelare e valorizzare il paesaggio costiero dell’area.


13 novembre 2011
Dopo il sequestro, esigiamo i carotaggi
Di recente, il 10 ottobre 2011, noi di AttivaLizano avevamo nuovamente ribadito la necessità e l'urgenza di controlli da parte delle istituzioni competenti sui rifiuti che stavano arrivando alla discarica Vergine, per la possibile presenza di diossine, furani, pcb e pop (inquinanti organici persistenti). In quel momento i controlli apparivano più che mai necessari per via del decreto con cui il Governo centrale aveva autorizzato i gestori della discarica a trattare direttamente il traffico dei rifiuti con la Campania e a seguito della diffida, emanata dalla Regione Puglia nei confronti della discariche tarantine, ad accogliere i rifiuti campani.
Qualche giorno fa, il 7 novembre 2011, apprendiamo dalla stampa che i carabinieri del Noe Lecce, coadiuvati dal Comando della Polizia Provinciale di Taranto, al termine dell'attività ispettiva, hanno apposto i sigilli alla discarica per rifiuti speciali gestita dalla Vergine S.p.A. sita in località Palombara. I sigilli sono scattati, su provvedimento emesso dal Procuratore della Repubblica aggiunto, Pietro Argentino, del Tribunale di Taranto. Al rappresentante legale della società Vergine S.r.l., proprietaria della discarica controllata, è stato notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Pubblico Ministero per motivi di urgenza a seguito di una serie di accertamenti finalizzati alla verifica dei requisiti previsti dalla legge. La discarica sequestrata è stata affidata in custodia amministrativa a Nicola Bruni con il compito, anche, di proseguire l'attività nel rispetto delle autorizzazioni e salvaguardare l'attività dei lavoratori occupati presso la discarica.
Soltanto nel corso dell’ultimo anno questo risulta già il terzo controllo che rileva anomalie nella gestione della discarica. Ricordiamo che l’11 gennaio 2011 un controllo dell’Arpa e della Polizia Provinciale ha rilevato la lacerazione di alcuni sacchi e la presenza di dreno di rifiuti tossico-nocivi, precedentemente abbancati e lasciati scoperti. Il dreno, non autorizzato, era di notevoli dimensioni 10 mt x 15 mt x 4mt di altezza per il quale sono stati rimossi circa 600m3, corrispondenti a circa 100 autocompattatori). Qualche mese prima, il 4 ottobre 2010 la Regione Puglia aveva formalmente invitato i gestori ad adottare ogni opportuno accorgimento finalizzato alla corretta gestione dell'impianto per scongiurare ogni possibile pregiudizio alle matrici ambientali e per minimizzare i disagi derivanti dagli impatti odorigeni dopo il sopralluogo del 2 ottobre 2010 in cui l’Arpa aveva riscontrato la presenza di rifiuti scoperti.
Alla luce di questo ennesimo evento giudiziario che coinvolge la discarica Vergine spa, esigiamo tutti i controlli necessari a verificare lo stato del territorio della stessa con carotaggi nelle vasche attive e in quelle dismesse, al fine di valutare correttamente lo stato delle impermeabilizzazioni e la composizione di tutto ciò che è stato ed è conferito; chiediamo le analisi del percolato a spese dei gestori della discarica e togliere ogni dubbio sulla non conformità della barriera di confinamento alle disposizioni del Dlgs. 36/2003; reclamiamo le analisi delle acque delle falde acquifere e i monitoraggi costanti sulle emissioni gassose.
Non va dimenticato che la storia, anche recente, della discarica Vergine spa annovera almeno tre inchieste in parte già concluse con l’accertamento di illeciti da parte della ditta. Questo fa temere una prosecuzione di tali condotte illegali.
Nel 2003, la discarica Vergine “Mennole” e la Ecolevante di Grottaglie sono state coinvolte nell'inchiesta giudiziaria “El Dorado” che ha accertato un traffico illegale di rifiuti tra la Campania, la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Puglia, destinazione finale delle balle di immondizia. Il sistema messo in piedi prevedeva complessi viaggi di carichi di rifiuti urbani di ogni tipo che dalla Campania venivano miscelati in Lombardia con rifiuti tossici e terre di
spazzatura delle strade milanesi e altri materiali per passare illecitamente come rifiuti industriali non pericolosi.
Nel Febbraio 2010, le discariche della ditta Vergine sono coinvolte nell'inchiesta, giudiziaria “Spiderman”, insieme alla discarica Cerratina di Lanciano. Nell’ambito di questa inchiesta sono state 8 le persone arrestate e 22 quelle indagate per smaltimento irregolare di rifiuti speciali. I rifiuti venivano conferiti nelle discariche, senza essere trattati, falsificando analisi e documenti con l’ausilio di chimici e dipendenti conniventi. I rifiuti in questione erano vernici, residui di lavorazioni industriali e stracci intrisi di sostanze chimiche.
Nel Giugno 2010 la discarica Vergine è coinvolta nell’inchiesta “Ragnatela” della procura di Napoli e poi di Macerata. L’inchiesta riguarda un traffico di rifiuti pericolosi, compresi scarti e fanghi della raffineria di Gela, che secondo gli investigatori sarebbero stati smaltiti illegalmente fra il 2005 e il 2009, accompagnati da formulari e certificati falsificati; gli scarti, provenienti in genere dal centro-sud (anche da aziende multiservizi di Roma e Colleferro) erano diretti in discariche di diverse regioni d'Italia tra le quali la discarica Vergine di Lizzano, per essere smaltiti dopo essere transitati nell'impianto di Corridonia per un trattamento che, in realtà, non veniva mai effettuato.
Facciamo appello alla coscienza umana ed etica di quanti sono istituzionalmente preposti al controllo e al giudizio su questo problema, chiediamo di non dimenticare che gli illeciti in questo campo hanno una ricaduta drammatica sulla collettività mettendo seriamente in pericolo la salute delle comunità che risiedono nelle zone limitrofe alla discarica, come quella di Lizzano e compromettendo definitivamente lo sviluppo futuro del territorio. Gli interessi dei cittadini si possono difendere soltanto garantendo controlli scrupolosi e frequenti a salvaguardia della salute e del territorio.
Il nostro unico augurio è che il nostro piccolo paese possa avere nel turismo e nell’agricoltura la speranza di un progresso economico, e che lo sviluppo, già compromesso dalla discarica, non completamente negato con un ampliamento della stessa che già è annoverata fra le più grandi
d’Europa.
ASSOCIAZIONE ATTIVALIZZANO
5 novembre 2011
Le acque reflue, il canale e il mare
6 giugno 2011
POVERO MARE! POVERI NOI!
Oggi andremo a fare un ulteriore prelievo di acqua marina alla foce del Canale LiCupi, li renderemo pubblici quanto prima.
Abbiamo già mandato una relazione documentatissima alle Istituzioni di Controllo e Tutela Locali con la preghiera di risolvere questo enerme problema, non abbiamo ancora avuto risposta da nessuno.
Il decreto al quale si deve fare riferimento è il Dlg 116/08:
IPOTESI DI RESPONSABILITA':
- Il Depuratore consortile di Lizzano-Fragagnano-San Marzano sito in zona San Vito (Lizzano) non funziona correttamente: in questo caso il Responsabile è L'acquedotto Pugliese.
- Il depuratore funziona a norma ma ciò che rende inpraticabile il mare ostone è l'autorizzazione rilasciata per lo scarico delle acque "depurate" nel Canali Li Cupi (canale, ricordiamo, naturale ossia inadatto ad accogliere ulteriori acque; il sovraccarico delle acque, infatti, oltre ad inondare tanti terreni in zona Mosca e Porvica (con danni enormi ai coltivatori Lizzanesi) sta facendo franare dei pozzi; il canale sfocia al mare dopo neanche un Km portando acque contaminate. In questo caso i responsabili sono diversi: Regione-AQP, Enti Locali.
- Il Depuratore non funziona bene e lo scarico nel canale è illegittimo.
Le autorità a cui abbiamo mandato il Dossier:
Sindaco di Lizzano,
Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria Dott. Liliana La Sala,
Presidente Regione Puglia Nicola Vendola,
Assessore Regionale Ambiente Nicastro Lorenzo,
Ass. Provinciale Ambiente Michele Conserva, ARPA Taranto,
ASL Ta1,
Prefettura di Taranto,
Capitaneria di Porto.
NON HA RISPOSTA NESSUNO!
Le parti lese da questa situazione sono: i bagnanti, le attività economiche-commerciali della zona balneare, il Turismo (la case sfitte al mare aumentano), gli agricoltori dei tratti interessati dal canale Li Cupi (chi li paga dei danni che stanno subendo? si dovranno accollare tutto loro?) e l'intera Comunità per l'immagine che Lizzano da di sè.
VI ESORTIAMO A NON BAGNARVI NEL TRATTO INTERESSATO DALLO SCARICO DEL CANALE LI CUPI. L'ACQUA E' PALESEMENTE INQUINATA DA ESCHERICHIA COLI ED ENTEROCOCCHI.