10 luglio 2011

Un piccolo dreno da 600m³

A Lizzano la “puzza” c’è e proviene dalla discarica Vergine spa, inoltre, la “puzza” è dovuta all’acido solfidrico. Lo dimostra l’ARPA. L’acido solfidrico è una sostanza altamente tossica che danneggia la salute dei cittadini. Lo provano gli studi scientifici internazionali.

Ma c’è di più. La discarica Vergine opera in modo discutibile. Lo attestano i verbali dei sopralluoghi della Polizia Provinciale che denunciano la realizzazione, non autorizzata, di un dreno con la rimozione di rifiuti precedentemente abbancati.

Il Tar di Lecce inspiegabilmente conferma la riapertura della discarica gestita dalla ditta Vergine, emettendo una sentenza che lascia i cittadini attoniti e ancora più sfiduciati nelle Istituzioni.

Dopo le rilevazioni effettuate ad agosto 2010, con sofisticati strumenti temporali, l’ARPA ha prodotto un’accurata relazione tecnica, sottoposta al TAR e disponibile al pubblico, in cui ha certificato che le lamentele dei cittadini hanno riscontri oggettivi nelle rilevazioni effettuate e che, di fatto, è stata riscontrata la presenza di ripetuti picchi di acido solfidrico o idrogeno solforato HS in misura notevolmente superiore alla soglia olfattiva. L’acido solfidrico è classificato come una sostanza fortemente velenosa “tossica a largo spettro” e, secondo la letteratura scientifica, questo acido è irritante e danneggia molti organi del corpo umano. L’esposizione e l’inalazione anche a basse concentrazioni può provocare, per citarne solo alcuni, tosse, mancanza di respiro, raffreddori, bronchite, irritabilità, declino intellettuale, danni ai polmoni, anche permanenti, lacrimazione agli occhi, congiuntiviti, bruciori agli occhi, sensibilità alla luce ulcerazione e mancanza di messa a fuoco, tensione, ansia ed affaticamento, danni ai tempi di reazione e al coordinamento motorio, stati di depressione, confusione, perdita di appetito, mal di testa, scarsa memoria, svenimento. Ne sono particolarmente colpiti i bambini affetti da asma. Guarda caso molti di questi sintomi sono lamentati dai cittadini di Lizzano e dei paesi limitrofi.

Malgrado ciò, il TAR dichiara che “è mancato un preciso e serio accertamento, da parte delle Amministrazioni resistenti, in ordine alle cause delle immissioni odorifere presenti nell’abitato ed in ordine alla riportabilità delle stesse”. Ha aggiunto il Tribunale che “In particolare, non è stata dimostrata, con un sufficiente grado di attendibilità, la derivazione delle immissioni odorifiche riscontrate nell’abitato di Lizzano dalle attività svolte nella discarica e, soprattutto, dal mancato abbancamento di rifiuti riscontrato in sede di sopralluogo in data 11 gennaio 2011”.

Ciò vuol dire, quindi, che il TAR di Lecce considera non sufficientemente attendibile e probante una relazione effettuata da un Ente pubblico preposto ai controlli, confermando la correttezza dell’operato del gestore privato dell’impianto. Se per il TAR, i rilievi e la relazione tecnica dell’ARPA non rappresentano “un preciso e serio accertamento”, cosa potrebbe esserlo?

Durante l’istruttoria si è parlato della realizzazione da parte del gestore di “un piccolo dreno” e della lacerazione di alcuni sacchi. Ma può essere definito piccolo dreno un’opera le cui dimensioni sono di 10 mt x 15 mt x 4mt di altezza per la quale sono stati rimossi circa 600m³ (corrispondenti a circa 100 autocompattatori) di rifiuti tossico-nocivi precedentemente abbancati, per giunta nemmeno coperti, trascurando accorgimenti obbligatori per ridurre al minimo il rischio per l'ambiente e la salute dell’uomo?

I lizzanesi ricordano perfettamente il fetore nauseabondo di quella notte e anche l’angoscia per i danni alla propria salute che in quei momenti li hanno costretti a chiamare insistentemente le autorità preposte per richiedere un intervento immediato.

Il TAR ha considerato insussistenti le violazioni del gestore rilevate nel Comune di Lizzano, quelle cioè che si riferiscono alla presenza in discarica di sacchi lacerati e alla realizzazione del dreno senza le dovute autorizzazioni. Con la sentenza del Tar, il ricordo amaro e indelebile di quella notte si rivivifica e si inasprisce fondendosi con la frustrazione e l’impotenza che scaturisce dal non sentirsi tutelati nei propri diritti dalle Istituzioni a questo preposte.

Agli abitanti di Lizzano, Carosino e di tutti i paesi limitrofi alla discarica, non soltanto viene calpestato il proprio diritto alla salute, ma viene offesa continuamente la propria dignità. Oltre al danno, resta la beffa. Di fronte al problema evidenziato chiaramente sia dal buon senso degli abitanti e sia dalle rilevazioni oggettive dell’ARPA e della Polizia Provinciale, il legale che difende gli interessi della discarica, l’avv. Quinto, continua a dichiarare pubblicamente che il problema non sussiste e se c’è puzza, proviene da un’altra parte.

Purtroppo, ancora una volta, i cittadini si rendono conto, a proprie spese, che lottare contro poteri forti non è cosa facile, ma la determinazione ricorda che talvolta Davide vince contro Golia e per questo non smetteranno mai di chiedere che venga garantito il sacrosanto diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana.

Per questo, ancora una volta, i cittadini, memori delle loro promesse, rivolgono nuovamente un accorato appello a tutte le Istituzioni.

Al Presidente della Provincia Florido che tempo addietro ha annunciato per mezzo stampa di chiedere alla Regione Puglia la riapertura immediata delle procedure di concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per le discariche della provincia jonica. Ciò allo scopo di procedere a nuovi controlli sul rispetto delle norme che tutelano la salute pubblica. In caso contrario, lo stesso Florido, si è impegnato ad emettere un’ordinanza per chiudere temporaneamente le discariche del tarantino accollandosi tutti i rischi del caso, compreso quello di tornare alle urne se ci fossero stati attriti tra i partiti di maggioranza.

Al Prefetto di Taranto, Dott.ssa Carmela Pagano che ha preso l’impegno di convocare un tavolo tecnico con gli Enti interessati alle autorizzazioni.

All’amministrazione del Comune di Lizzano che si è impegnato all’attuazione della Delibera unanime emanata durante il Consiglio comunale monotematico dedicato a questo problema.

A tutte le Amministrazioni Comunali che si sono impegnate all’attuazione della Delibera del Consiglio Intercomunale di Monteparano.