26 novembre 2012

Mare, reflui e acque di vegetazione


Il 30 settembre 2012 è scaduta l’ordinanza del sindaco Macripò con la quale si vietava lo sversamento dei reflui del depuratore consortile dei comuni di Fragagnano, San Marzano e Lizzano nel Canale Li Cupi (e di qui direttamente in mare).
L’associazione AttivaLizzano ha manifestato nei mesi precedenti la propria contrarietà a tale ordinanza, che di fatto ha permesso lo sversamento delle acque “depurate” nel sottosuolo (pratica non permessa dalla legge italiana, perché può compromettere le falde) e che non ha prodotto gli effetti sperati dall’Amministrazione Comunale.
Infatti, dopo i primi bloom algali di inizio estate nella zona “Bagnara” della Marina di Lizzano, dovuti all’accumulo avvenuto durante gli ultimi 2 anni, di microalghe e sostanze fertilizzanti sul fondale, il problema si è spostato, a causa delle correnti, al lido Cisaniello fino a raggiungere lido Torretta.

Lido Cisaniello agosto 2012
Lido Cisaniello agosto 2012
Lido Ostone agosto 2012
Lido Ostone agosto 2012
Prima della stagione estiva si sono tenuti alcuni tavoli tecnici indetti dalla Regione Puglia, nel tentativo di elaborare soluzioni per minimizzare il problema della proliferazione microalgale nel mare. Come convenuto nei tavoli tecnici, l’amministrazione regionale ha dato mandato ad Acquedotto Pugliese S.p.A. di rendicontare sullo stato dell’impianto di affinamento delle acque reflue presente nel territorio lizzanese, realizzato pochi anni fa, con fondi comunitari per un importo di ca. 6 miliardi di lire, ma mai completato, ed al Comune di Lizzano di valutare l’annessa rete di distribuzione nelle campagne circostanti (già collaudata a suo tempo e la cui lunghezza totale è di circa 23 km!). AQP ritenendo antieconomico a causa dei già accaduti numerosi atti vandalici che hanno danneggiato la struttura stessa e dei ripetuti furti di elettropompe, cavi, quadri elettrici, etc Aqp, ha proposto di adeguare l’attuale depuratore consortile, dotandolo di impianto di affinamento stimando i costi per completare la struttura in 500.000 euro.

Il Comune di Lizzano stranamente non ha accolto le proposte dei tavoli tecnici ritenendo inutile l’ utilizzo delle acque affinate da destinare ad uso agricolo.
Proposta necessaria per limitare la portata dei reflui scaricati nel Canale li Cupi.


AttivaLizzano ha evidenziato già dal novembre 2010 le legittime denunce degli agricoltori dei terreni nelle zone attorno al Canale Li Cupi - “Porvica”, “Mosca” e “Morroni” - che ancora oggi risultano gravemente danneggiate dalle esondazioni dei reflui; eppure i lavori di pulizia idraulica del tratto interessato sono ancora fermi alla progettazione, nonostante l’ urgenza di misure che possano ristabilire la salubrità di terreni destinati alle coltivazioni.
AttivaLizzano propone, ritenendolo più opportuno, di utilizzare i fondi europei ca. un milione di euro richiesti per il miglioramento idraulico del canale Li Cupi come da progetto del Consorzio Stornara e Tara , (presentato a Lizzano dall’ex assessore Conserva) piuttosto nell’ampliamento della rete irrigua di distribuzione dell’impianto di affinamento delle acque reflue , fino a raggiungere i territori di Fragagnano e San Marzano, onde ovviare al ricorrente problema della siccità.

 
Il Comune di Lizzano emette l’ordinanza n.7 del 24/02/2012 relativa all’ obbligo della verifica, funzionalità e di adeguamento degli scarichi fognari (dispersi nel terreno raggiungono facilmente il mare) alle residenze della marina di Lizzano. I residenti avrebbero dovuto comunicare al Comune di Lizzano entro i 90 giorni gli esiti degli avvenuti controlli previsti. I residenti hanno provveduto a quanto richiesto dal Comune? E quest'ultimo a provveduto a verificare? Nulla è stato fatto !!!

Si aggiunge infine a quanto esposto, l’annoso problema delle acque di vegetazione provenienti dai frantoi che, sversate illecitamente nella rete fognaria non permettono il corretto funzionamento del depuratore per tutto il periodo della molitura delle olive.
Da un’indagine condotta dall’ENEA nel nostro Paese si producono oltre 2000 ton\anno di acque di vegetazione di cui più della metà concentrate in Puglia. Questo dato evidenzia l’attenzione che le Istituzioni preposte dovrebbero dedicare al riutilizzo delle acque di vegetazione nella nostra regione. Considerando che tali acque hanno un carico inquinante decine di volte superiori a quello dei reflui civili.
 
Per avere un'idea dell'impatto ambientale delle AV, continua la nota, basti pensare che il carico inquinante di 1 mc di AV equivale a quello di 100-200 mc di reflui civili corrispondenti a quelli prodotti da circa 100.000 abitanti. Da 1 m3 di queste frazioni si ottengono circa 99 kWh di energia elettrica attraverso un processo di cogenerazione del biogas prodotto, inoltre si stima che opportunamente trattata produce 40/60 Kg fertilizzante.
In Puglia vengono prodotte la metà dei reflui oleari dell’Italia intera, ma non risulta che siano stati realizzati o predisposti dalle Amministrazioni, impianti per lo smaltimento ed il recupero di tali acque.
 
I cittadini non si sentono tutelati, né incoraggiati al rispetto delle norme che proteggono la salute, la natura, i beni comuni.


dicembre 2011

dicembre 2011

dicembre 2011

22 novembre 2012

19 novembre 2012

FATTI E NON PAROLE

POLITICI E DISCARICHE
fatti e non parole
comunicato del coordinamento dei comitati di Lizzano, Grottaglie, Carosino,
Monteparano, Fragagnano, S.Marzano

Non basta l’appello dall’assessore provinciale G. Mancarelli, comparso sulla stampa del 13 novembre u.s., affinché sia ridiscussa l’Autorizzazione integrata ambientale concessa alle discariche per rifiuti speciali del tarantino, appello già fatto l’anno scorso dal presidente Florido e da altri amministratori provinciali, sempre in concomitanza di scadenze elettorali.

Non bastano le rassicurazioni diffuse dal sindaco di Grottaglie Alabrese circa i controlli effettuati sulla discarica Ecolevante-Lgh, mentre in una nota dell’Arpa si legge che il gestore “provvede ad inviare le comunicazioni dei conferimenti… senza allegare alcun rapporto di prova” . (nota n. 26654 del 28.5.2010).

Non basta che l’on. Vico e il Sen. Saccomanno ripetano, in una interrogazione parlamentare, l’allarme ambientale, sanitario e legale sollevato dalla relazione della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti.

Non basta che l’assessore regionale all’ambiente Nicastro abbia diramato comunicati nel settembre 2011 con l’annuncio di aver “diffidato tutti, dagli organi campani ai gestori delle discariche pugliesi, dal ricevere senza le omologhe necessarie i rifiuti provenienti dalla Campania con codice 19.12.12”.

La relazione della Commissione parlamentare parla chiaro: “i controlli sul territorio pugliese non sembrano sufficientemente penetranti se è stato possibile smaltire <<ingenti>> quantitativi di rifiuti … senza che gli organi di controllo locali abbiano mai rilevato alcunché” (pag.152); i dati acquisiti “vanno necessariamente confrontati con la sussistenza di indagini molto importanti … che aprono uno spaccato inquietante sui traffici illeciti di rifiuti diretti in Puglia” (pag.152); la pur meticolosa disciplina in materia di rifiuti “consente di costruire un ‘mondo di carta’ che nulla ha a che fare con la corretta e legale circolazione dei materiali di scarto”(pag.153).

Pertanto è necessario e doveroso porsi e porgere i seguenti inquietanti interrogativi.

Cosa ha fatto l’assessore Nicastro, quali atti amministrativi ha emanato per far eseguire gli opportuni controlli sui rifiuti con codice 191212 ?  Quale esito hanno avuto le interrogazioni parlamentari dell’on.Vico e del Sen. Saccomanno? 
 
Su cosa poggia la difesa dei controlli effettuata dal sindaco di Grottaglie Alabrese, e perché dopo due anni di continue sollecitazioni da parte degli ambientalisti non ha sollecitato dalla Regione controlli mirati sui rifiuti con codice 191212 e sui rifiuti con codice a specchio?

Quali proposte concrete ha portato o intende portare in Consiglio provinciale l’assessore Mancarelli affinché sia ridiscussa l’Aia concessa a tutte e tre le discariche del tarantino, non solo a Ecolevante e Vergine, autorizzazione a suo tempo rilasciata anche con l’assenso dell’Amministrazione provinciale tuttora in carica?

Perché l’assessore Nicastro, il presidente Vendola, il presidente Florido e il sindaco Alabrese non hanno risposto alla reiterata, dal 2010, richiesta degli ambientalisti affinché siano date opportune disposizioni a Arpa e Asl per specifici controlli sui rifiuti con codice 191212 e rifiuti con codice a specchio, dietro ai quali potrebbero nascondersi illegali giri-bolla?

E’ ora che Regione e Provincia e tutti i Sindaci dei Comuni limitrofi alle discariche per rifiuti speciali Ecolevante-Lgh, Vergine e Italcave, accolgano finalmente l’allarme ambientale, sanitario e legale che non soltanto gli ambientalisti, ma la stessa Commissione parlamentare ha sollevato.

E’ ora che le Autorità politiche e amministrative richiedano una indagine epidemiologica e controlli specifici per stabilire con precisione quale sia la presenza di minerali pesanti nelle falde acquifere, nel suolo e nell’aria. Perché non solo Taranto, ma l’intera provincia è a grave rischio sanitario e ambientale!