Il
30 settembre 2012 è scaduta l’ordinanza del sindaco Macripò
con la quale si vietava lo sversamento dei
reflui del depuratore consortile dei comuni di Fragagnano, San
Marzano e Lizzano nel Canale Li Cupi (e di qui direttamente in mare).
L’associazione
AttivaLizzano ha manifestato nei mesi precedenti la propria
contrarietà a tale ordinanza, che di fatto ha permesso lo
sversamento delle acque “depurate” nel sottosuolo (pratica non
permessa dalla legge italiana, perché può compromettere le falde) e
che non ha prodotto gli effetti sperati dall’Amministrazione
Comunale.
Infatti,
dopo i primi bloom algali di inizio estate nella zona “Bagnara”
della Marina di Lizzano, dovuti all’accumulo avvenuto durante gli
ultimi 2 anni, di microalghe e sostanze fertilizzanti sul fondale, il
problema si è spostato, a causa delle correnti, al lido Cisaniello
fino a raggiungere lido Torretta.
Lido Cisaniello agosto 2012 |
Lido Cisaniello agosto 2012 |
Lido Ostone agosto 2012 |
Lido Ostone agosto 2012 |
Prima
della stagione estiva si sono tenuti alcuni tavoli tecnici indetti
dalla Regione Puglia, nel tentativo di elaborare soluzioni per
minimizzare il problema della proliferazione microalgale nel mare.
Come convenuto nei tavoli tecnici, l’amministrazione regionale ha
dato mandato ad Acquedotto Pugliese S.p.A. di rendicontare sullo
stato dell’impianto di affinamento delle acque reflue presente nel
territorio lizzanese, realizzato pochi anni fa, con fondi comunitari
per un importo di ca. 6 miliardi di lire, ma mai completato, ed al
Comune di Lizzano di valutare l’annessa rete di distribuzione nelle
campagne circostanti (già collaudata a suo tempo e la cui lunghezza
totale è di circa 23 km!). AQP ritenendo
antieconomico a causa dei già accaduti numerosi atti vandalici che
hanno danneggiato la struttura stessa e dei ripetuti furti di
elettropompe, cavi, quadri elettrici, etc Aqp, ha proposto di
adeguare l’attuale depuratore consortile, dotandolo di impianto di
affinamento stimando i costi per completare la struttura in 500.000
euro.
Il
Comune di Lizzano stranamente non ha accolto le proposte dei tavoli
tecnici ritenendo inutile l’ utilizzo delle acque affinate da
destinare ad uso agricolo.
Proposta necessaria per limitare la
portata dei reflui scaricati nel Canale li Cupi.
AttivaLizzano ha evidenziato già dal novembre 2010 le legittime denunce degli agricoltori dei terreni nelle zone attorno al Canale Li Cupi - “Porvica”, “Mosca” e “Morroni” - che ancora oggi risultano gravemente danneggiate dalle esondazioni dei reflui; eppure i lavori di pulizia idraulica del tratto interessato sono ancora fermi alla progettazione, nonostante l’ urgenza di misure che possano ristabilire la salubrità di terreni destinati alle coltivazioni.
AttivaLizzano
propone, ritenendolo più opportuno, di utilizzare i fondi europei
ca. un milione di euro richiesti per il miglioramento idraulico del
canale Li Cupi come da progetto del
Consorzio Stornara e Tara , (presentato a Lizzano dall’ex
assessore Conserva) piuttosto nell’ampliamento della rete irrigua
di distribuzione dell’impianto di affinamento delle acque reflue ,
fino a raggiungere i territori di Fragagnano e San Marzano, onde
ovviare al ricorrente problema della siccità.
Il
Comune di Lizzano emette l’ordinanza n.7 del 24/02/2012 relativa
all’ obbligo della verifica, funzionalità e di adeguamento degli
scarichi fognari (dispersi nel terreno raggiungono facilmente il
mare) alle residenze della marina di Lizzano. I residenti avrebbero
dovuto comunicare al Comune di Lizzano entro i 90 giorni gli esiti
degli avvenuti controlli previsti. I residenti hanno provveduto a
quanto richiesto dal Comune? E quest'ultimo a provveduto a
verificare? Nulla è stato fatto !!!
Si
aggiunge infine a quanto esposto, l’annoso problema delle acque di
vegetazione provenienti dai frantoi che, sversate illecitamente nella
rete fognaria non permettono il corretto funzionamento del depuratore
per tutto il periodo della molitura delle olive.
Da
un’indagine condotta dall’ENEA nel nostro Paese si producono
oltre 2000 ton\anno di acque di vegetazione di cui più della metà
concentrate in Puglia. Questo dato evidenzia l’attenzione che le
Istituzioni preposte dovrebbero dedicare al riutilizzo delle acque di
vegetazione nella nostra regione. Considerando che tali acque hanno
un carico inquinante decine di volte superiori a quello dei reflui
civili.
In
Puglia vengono prodotte la metà dei reflui oleari dell’Italia
intera, ma non risulta che siano stati realizzati o predisposti dalle
Amministrazioni, impianti per lo smaltimento ed il recupero di tali
acque.
dicembre 2011 |
dicembre 2011 |
dicembre 2011 |
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