




.Nel gennaio scorso è stata avviata un'indagine dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, su un presunto traffico illecito di rifiuti fra Puglia e Campania . Da questa indagine ha preso le mosse la diffida datata 23 settembre da parte della Regione , nella persona dell'assessore Nicastro, ad accogliere i rifiuti campani alla Italcave la quale invece ha continuato la sua attività. A questo punto è intervenuto l'atto di sospensione delle autorizzazioni, siamo al 29 settembre.(Paese Nuovo 28 sett. 2011). Il provvedimento però, motivato come “doveroso, con finalità precauzionali volte a tutelare le matrici ambientali della Regione Puglia e il diritto alla salute pubblica dei cittadini pugliesi”, è stato sospeso dal TAR di Lecce con una velocità supersonica , 1 ottobre.
Quindi tutto il trafffico di rifiuti si svolge ora tranquillamente.Si parla della possibile presenza in questi rifiuti di diossine, furani, pbc e pop (inquinanti organici persistenti).
Noi di Attiva Lizzano ci chiediamo : come mai la Regione Puglia non riesce ad emettere un provvedimento inoppugnabile dato il gravissimo rischio per l'ambiente e la salute dei cittadini?
Ci chiediamo inoltre se anche nella discarica Vergine stanno arrivando questi rifiuti e in caso affermativo crediamo giusto che i cittadini dei paesi intorno alla discarica siano informati della provenienza e del tipo di rifiuti che vengono riversati nel LORO territorio, infatti per quanto l'attività della discarica sia privata, l'impatto sull'ambiente è così rilevante che quantomeno questa attività si dovrebbe svolgere nella piena trasparenza. Inoltre ci chiediamo perchè i controlli non vengono effettuati periodicamente e senza preavviso al gestore, dal momento che ci sono indagini in corso che farebbero temere gravi illegalità. Ci chiediamo infine le amministrazioni dei comuni che sono intorno alla discarica Vergine quali azioni concrete di impulso ai controlli svolgono a tutela delle popolazioni?
E' inconcepibile il silenzio delle Istituzioni sulla questione allarmante del canale Li Cupi e del tratto Ostone. Da un anno ci stiamo occupando di questo problema e quattro mesi fa abbiamo effettuato delle analisi risultate molto critiche. Da allora stiamo denunciando la questione insistentemente, ma tutto tace.
Sono passati ormai 11 mesi dall'ordinanza Sindacale n. 51 del 19 Luglio 2010, emessa in seguito alle denunce e di casi di dermatiti e infezioni varie, non si è ancora riusciti a risolvere nulla. E' una questione di Salute Pubblica e deve essere tutelata senza se e senza ma. Abbiamo interpellato diversi interlocutori istituzionali: Dario Macripò, Sindaco di Lizzano, Liliana La Sala, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Nicola Vendola, Presidente Regione Puglia, l’assessore Regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, l’Assessore Provinciale Ambiente Michele Conserva, ARPA Taranto, l’ASL Ta1, la Prefettura di Taranto, la Capitaneria di Porto, l’Arpa Bari.
NESSUNA RISPOSTA
L'unica preoccupazione dei nostri amministratori è quella di non far trapelare nulla di tutto ciò all'esterno per non danneggiare l’immagine e la reputazione della nostra marina. Di fronte a tutto ciò, la nostra etica ci impedisce di tacere. Sentiamo che è nostro dovere morale nei confronti delle persone che frequentano quel lido denunciare pubblicamente il problema.
Le analisi effettuate dalla nostra Associazione a pochi metri dalla riva dimostrano la grave contaminazione da Enterococchi e Escherichia Coli pari rispettivamente a 3200 e 2550 Col/100ml.
Ricordiamo che il Dlg 116/08 (Norma relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione ") prevede come limiti massimi rispettivamente 200 e 500 Ufc/100ml e che quindi l'acqua balneabile del tratto Ostone sfora di 16 volte (per gli Enterococchi) e 5 volte (per gli E.Coli) i limiti previsti dalla legge.
Per quanto sopra descritto chiediamo che la zona in oggetto venga sottoposta a divieto di balneazione e a continui monitoraggi, specie in questo periodo, per l'aumentare delle temperature e per la maggiore esposizione da parte dei bagnanti.
PRETENDIAMO che il problema venga risolto immediatamente attraverso controlli adeguati al depuratore consortile e la verifica dell'effettiva Autorizzazione e legittimità dello scarico nel canale Li Cupi.
I prelievi dall’ARPA sono stati eseguiti a circa 95 metri dal bagnasciuga, come evidenzia la stessa Arpa indicando le coordinate geografiche. A tale distanza, le acque inquinate provenienti dal canale sono diluite con quelle del mare, le correnti e i venti favoriscono il “ricambio” delle acque, limitando, pertanto, le concentrazioni batteriche.
I prelievi delle acque da noi fatte analizzare nel mese di Marzo u.s. sono stati effettuati, lo ribadiamo, a pochi metri dalla riva.
È evidente, pertanto, l’alto rischio di infezioni batteriche a cui la popolazione va incontro. Tale rischio risulta ancora più alto se si considera che, con l’arrivo della stagione estiva, i bagnanti e, in particolar modo i bambini, ignari delle condizioni delle acque del canale, sono soliti sostare in prossimità e, inoltre, sono costretti ad attraversarlo per passare da un lato all’altro della spiaggia. Difatti, durante la scorsa stagione estiva sono stati segnalati alla nostra Associazione diversi casi di gastroenteriti, dermatiti e infezioni cutanee insieme alle ripetute richieste di vigilare sulla situazione delle acque del canale e del mare in cui confluisce.
Malgrado questo sia stato reso noto all'autorità locale, organo preposto alla tutela della Salute Pubblica, a tutt'oggi non ha mai effettuato controlli in proprio nè è risultata sensibile alla questione Sanitaria prima e ambientale poi. La stagione balneare è alle porte. E' ora di svegliarsi.
A rimetterci in questa situazione sono in primis i Cittadini tutti che si vedono sottratti di un altro tratto fruibile di costa; i contadini delle zone Porvica e Mosca (danneggiati dallo straripamento del canale Li Cupi che ha provocato l'allagamento costante dei terreni con ripercussioni sulle coltivazioni), il Turismo, le attività commerciali, la piccola economia della costa, i proprietari delle case in fitto, i pescatori e Lizzano tutta per la cattiva immagine che da di sé. Chi pagherà i danni? I cittadini dovranno farsi carico delle responsabilità altrui? GRAZIE A TUTTI. Ve ne siamo grati. Ci vediamo alle elezioni!!!
Il coordinamento di AttivaLizzano
Associazione di Cittadini Attiva Lizzano
Via Canova 9, 74020 Lizzano (TA)
email: attivalizzano@gmail.com
http://cittadinanzaattivalizzano.blogspot.com/
A Lizzano la “puzza” c’è e proviene dalla discarica Vergine spa, inoltre, la “puzza” è dovuta all’acido solfidrico. Lo dimostra l’ARPA. L’acido solfidrico è una sostanza altamente tossica che danneggia la salute dei cittadini. Lo provano gli studi scientifici internazionali.
Ma c’è di più. La discarica Vergine opera in modo discutibile. Lo attestano i verbali dei sopralluoghi della Polizia Provinciale che denunciano la realizzazione, non autorizzata, di un dreno con la rimozione di rifiuti precedentemente abbancati.
Il Tar di Lecce inspiegabilmente conferma la riapertura della discarica gestita dalla ditta Vergine, emettendo una sentenza che lascia i cittadini attoniti e ancora più sfiduciati nelle Istituzioni.
Dopo le rilevazioni effettuate ad agosto 2010, con sofisticati strumenti temporali, l’ARPA ha prodotto un’accurata relazione tecnica, sottoposta al TAR e disponibile al pubblico, in cui ha certificato che le lamentele dei cittadini hanno riscontri oggettivi nelle rilevazioni effettuate e che, di fatto, è stata riscontrata la presenza di ripetuti picchi di acido solfidrico o idrogeno solforato H₂S in misura notevolmente superiore alla soglia olfattiva. L’acido solfidrico è classificato come una sostanza fortemente velenosa “tossica a largo spettro” e, secondo la letteratura scientifica, questo acido è irritante e danneggia molti organi del corpo umano. L’esposizione e l’inalazione anche a basse concentrazioni può provocare, per citarne solo alcuni, tosse, mancanza di respiro, raffreddori, bronchite, irritabilità, declino intellettuale, danni ai polmoni, anche permanenti, lacrimazione agli occhi, congiuntiviti, bruciori agli occhi, sensibilità alla luce ulcerazione e mancanza di messa a fuoco, tensione, ansia ed affaticamento, danni ai tempi di reazione e al coordinamento motorio, stati di depressione, confusione, perdita di appetito, mal di testa, scarsa memoria, svenimento. Ne sono particolarmente colpiti i bambini affetti da asma. Guarda caso molti di questi sintomi sono lamentati dai cittadini di Lizzano e dei paesi limitrofi.
Malgrado ciò, il TAR dichiara che “è mancato un preciso e serio accertamento, da parte delle Amministrazioni resistenti, in ordine alle cause delle immissioni odorifere presenti nell’abitato ed in ordine alla riportabilità delle stesse”. Ha aggiunto il Tribunale che “In particolare, non è stata dimostrata, con un sufficiente grado di attendibilità, la derivazione delle immissioni odorifiche riscontrate nell’abitato di Lizzano dalle attività svolte nella discarica e, soprattutto, dal mancato abbancamento di rifiuti riscontrato in sede di sopralluogo in data 11 gennaio 2011”.
Ciò vuol dire, quindi, che il TAR di Lecce considera non sufficientemente attendibile e probante una relazione effettuata da un Ente pubblico preposto ai controlli, confermando la correttezza dell’operato del gestore privato dell’impianto. Se per il TAR, i rilievi e la relazione tecnica dell’ARPA non rappresentano “un preciso e serio accertamento”, cosa potrebbe esserlo?
Durante l’istruttoria si è parlato della realizzazione da parte del gestore di “un piccolo dreno” e della lacerazione di alcuni sacchi. Ma può essere definito piccolo dreno un’opera le cui dimensioni sono di 10 mt x 15 mt x 4mt di altezza per la quale sono stati rimossi circa 600m³ (corrispondenti a circa 100 autocompattatori) di rifiuti tossico-nocivi precedentemente abbancati, per giunta nemmeno coperti, trascurando accorgimenti obbligatori per ridurre al minimo il rischio per l'ambiente e la salute dell’uomo?
I lizzanesi ricordano perfettamente il fetore nauseabondo di quella notte e anche l’angoscia per i danni alla propria salute che in quei momenti li hanno costretti a chiamare insistentemente le autorità preposte per richiedere un intervento immediato.
Il TAR ha considerato insussistenti le violazioni del gestore rilevate nel Comune di Lizzano, quelle cioè che si riferiscono alla presenza in discarica di sacchi lacerati e alla realizzazione del dreno senza le dovute autorizzazioni. Con la sentenza del Tar, il ricordo amaro e indelebile di quella notte si rivivifica e si inasprisce fondendosi con la frustrazione e l’impotenza che scaturisce dal non sentirsi tutelati nei propri diritti dalle Istituzioni a questo preposte.
Agli abitanti di Lizzano, Carosino e di tutti i paesi limitrofi alla discarica, non soltanto viene calpestato il proprio diritto alla salute, ma viene offesa continuamente la propria dignità. Oltre al danno, resta la beffa. Di fronte al problema evidenziato chiaramente sia dal buon senso degli abitanti e sia dalle rilevazioni oggettive dell’ARPA e della Polizia Provinciale, il legale che difende gli interessi della discarica, l’avv. Quinto, continua a dichiarare pubblicamente che il problema non sussiste e se c’è puzza, proviene da un’altra parte.
Purtroppo, ancora una volta, i cittadini si rendono conto, a proprie spese, che lottare contro poteri forti non è cosa facile, ma la determinazione ricorda che talvolta Davide vince contro Golia e per questo non smetteranno mai di chiedere che venga garantito il sacrosanto diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana.
Per questo, ancora una volta, i cittadini, memori delle loro promesse, rivolgono nuovamente un accorato appello a tutte le Istituzioni.
Al Presidente della Provincia Florido che tempo addietro ha annunciato per mezzo stampa di chiedere alla Regione Puglia la riapertura immediata delle procedure di concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per le discariche della provincia jonica. Ciò allo scopo di procedere a nuovi controlli sul rispetto delle norme che tutelano la salute pubblica. In caso contrario, lo stesso Florido, si è impegnato ad emettere un’ordinanza per chiudere temporaneamente le discariche del tarantino accollandosi tutti i rischi del caso, compreso quello di tornare alle urne se ci fossero stati attriti tra i partiti di maggioranza.
Al Prefetto di Taranto, Dott.ssa Carmela Pagano che ha preso l’impegno di convocare un tavolo tecnico con gli Enti interessati alle autorizzazioni.
All’amministrazione del Comune di Lizzano che si è impegnato all’attuazione della Delibera unanime emanata durante il Consiglio comunale monotematico dedicato a questo problema.
A tutte le Amministrazioni Comunali che si sono impegnate all’attuazione della Delibera del Consiglio Intercomunale di Monteparano.
La nostra associazione non è contro nessuno, non appoggia né si contrappone ad alcun partito politico. AttivaLizzano s'impegna solo ed esclusivamente per motivi etici, civili e di tutela dei diritti dei cittadini.
Troppo spesso veniamo attaccati perchè denunciamo i problemi del nostro territorio. In questi momenti pensiamo a alle parole di Enzo Biagi: “Alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti”. Denunciamo i problemi perché siamo fermamente convinti che sia eticamente scorretto venire a conoscenza di una situazione di rischio per la salute collettiva e tacere. In questi casi, pensiamo che non esistano motivi o giustificazioni validi per non avvertire gli altri cittadini e non sollecitare con fermezza gli opportuni interventi.
Rispetto allo specifico problema dell’Ostone, AttivaLizzano non è contro né l'ARPA né l'Amministrazione, né contro lo sviluppo del turismo (semmai a favore!). QUESTO DEVE ESSERE CHIARO. Salvaguardare l'immagine del paese e la qualità della costa non significa esporre a rischio centinaia di bagnanti, tenendo le informazioni celate, ma impegnarsi attivamente per risolvere i problemi alla radice e garantire la salute collettiva. Rovina l'immagine del territorio chi devasta le nostre risorse naturali per trarne profitto e chi, pur avendo mandato istituzionale, non vigila per tutelare i beni comuni e la salute collettiva.
A seguito della denuncia degli agricoltori Lizzanesi penalizzati dai danni (visibili) per gli straripamenti del Canale Li Cupi, AttivaLizzano ha effettuato delle analisi preliminari. Il problema del canale si è presentato a seguito dell'autorizzazione Regionale di scarico delle acque reflue nel Canale Naturale. Prima di questa autorizzazione le acque reflue venivano convogliate in pozzi di assorbimento molto profondi. Dopo la segnalazione di inquinamento di alcuni pozzi della zona vicina al depuratore consortile di San Vito, la Regione Puglia ha impedito l'accumulo in profondità di acque reflue. L'acqua, dopo le fasi di depurazione deve comunque fuoriuscire in qualche modo dall’impianto, pertanto è stato autorizzato lo scarico delle acque depurate nel Canale Naturale Li Cupi.
Per intenderci un canale naturale è un canale in cui dovrebbero confluire esclusivamente le acque piovane, e soltanto quelle.
Il canale in questione sino a pochi anni fa era gestito dal Genio Civile che annualmente ne effettuava la pulizia per garantire il flusso idrico ed evitare straripamenti. Da qualche anno invece la gestione è passata rispettivamente ai Comuni.
Per quanto riguarda il divieto di balneazione nel canale contenente acque reflue urbane emesso dal sindaco, dichiariamo che i cartelli sono stati posti solo il 10 giugno 2011 in conseguenza della nostra denuncia pubblica nonostante l’ordinanza risalga al 19 luglio 2010.
Teniamo a precisare, inoltre, che il limite di 5000 UFC/100ml si riferisce esclusivamente alle acque reflue urbane in uscita dal depuratore mentre i valori per le acque di transizione e costiere i parametri di buona qualità delle acque sono rispettivamente di 500 UFC/ml per eschericchia coli e di 200UFC/ml per gli enterococchi.
Il 6 giugno 2011 abbiamo effettuato un ulteriore prelievo alla foce e le analisi evidenziano valori di 6900 UFC/ml per eschericchia coli e 5500 UFC/ml per emterococchi.
Noi non diciamo che il mare è inquinato. Non abbiamo gli strumenti né i mezzi per analizzare l'intero mare. Sosteniamo, al contrario, che nel tratto di spiaggia dell'Ostone dove sfocia il Canale Li Cupi debba essere effettuate ulteriori analisi più approfondite in quanto, dalle nostre analisi, risulta esserci un'acqua contaminata in modo significativo da batteri fecali. Anche in riva al mare, subito dopo la battigia, l’acqua risulta essere contaminata, nonostante l'azione battericida delle sostanze contenute nell'acqua marina. Questo per tutelare principalmente i bambini poiché gli adulti si bagneranno solo i piedi, i bambini no.
AttivaLizzano si impegna ad andare avanti sulla questione per fare ulteriore chiarezza sul problema perché a noi sta a cuore la salute dei cittadini!
DI SEGUITO TROVERETE I RISULTATI DELLE ANALISI COMMISSIONATE DA ATTIVALIZZANO AL LABORATORIO STANTE DI TARANTO
Il 6 Giugno alle ore 15,40 abbiamo prelevato altri due campioni di acqua e fatti analizzare. I prelievi sono stati fatti sulle coordinate:
MARE FOCE: lat: 40° 19' 49''.9 N lon: 17° 26' 20''.9 E
FOCE INTERNO: lat: 40° 19' 50''.3 N lon: 17° 26' 21''.0 E
PER LA NOSTRA TERRA
Serata di sensibilizzazione
la dell’ambiente e dei beni comuni
Balleremo, canteremo e gliele suoneremo …
a chi danneggia l’ambiente, a chi devasta la natura, a chi stupra il nostro territorio, a chi ci avvelena, agli amministratori che promettono e non mantengono.
L'associazione AttivaLizzano, in collaborazione con i Cittadini di Taranto e Provincia in Mobilitazione, organizza la manifestazione "Per la nostra terra", serata di sensibilizzazione per la tutela dell'ambiente e della salute e per la salvaguardia dei beni comuni.
Tanta buona musica, buon vino, panini gustosi, condivisione ed informazione sono gli ingredienti di questa serata. Alcuni momenti di riflessione sulla strategia rifiuti zero e sulla riconversione del territorio, si alterneranno alla buona musica.
Sul palco salirà il giovane cantautore Emanuele Barbati, socio di AttivaLizzano, che aprirà la serata con i suoi ultimi brani e ci farà ascoltare anche il suo singolo “Scacco Matto” che impazza da più di un mese nei circuiti delle radio nazionali e il cui video è stato girato nel centro storico e a marina di Lizzano.
Per concludere, il concerto del grande Mimmo Cavallo che per l'occasione torna ad esibirsi a Lizzano, suo paese natale, con le canzoni che l'hanno reso famoso: “Siamo meridionali”, “Uh, mammà!”, “Giù le mani”. Mimmo Cavallo canterà anche i brani del suo ultimo album “Quando saremo fratelli uniti” parte integrante dello spettacolo teatrale di grande successo “Terroni, centocinquant’anni di menzogne” di Roberto D’Alessandro, tratto dal libro “Terroni” di Pino Aprile.
Mimmo Cavallo è noto anche per aver scritto canzoni per artisti italiani come:- Mia Martini, Mariella Nava, Gianni Morandi, Zucchero, Syria, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Al Bano,
Fiorella Mannoia. Suoi i testi degli ultimi singoli di Zucchero Fornaciari "Vedo Nero" e di Albano "Gloria".
Noi la chiamiamo “festa” ma, sappiamo benissimo che a Lizzano, come in tutta la Provincia di Taranto, c’è ben poco da festeggiare: a causa di uno scellerato ricatto occupazionale ci avvelenano con i fumi delle grandi industrie, per una sbagliata politica su i rifiuti inquinano la nostra aria e i nostri polmoni con le polveri sottili e le diossine dei due inceneritori e con la puzza delle discariche ci opprimono e deprimono la salute: ricordiamo che a Taranto abbiamo il primato delle discariche di rifiuti speciali più grandi d'Europa (le discariche Italcave, Ecolevante e Vergine).
Liberiamoci di tutta la negatività che abbiamo dentro, dell’omertà, dell’indifferenza e avremo anche un mondo pulito fuori! Pretendiamo la salvaguardia dei beni comuni per il bene di tutti, contro il tornaconto di pochi. Battiamoci per una terra sana, più vivibile e più bella per noi e per i nostri figli!
SIAMO MERIDIONALI, SIAMO TERRONI E NON VOGLIAMO PIU’ FARCI CALPESTARE!
Vi aspettiamo numerosi il 19 giugno in piazza IV Novembre a
Lizzano alle ore 20
Il coordinamento di AttivaLizzano
Sommando le due fontane (la terza fontana di Via Mascagni è stata chiusa e sarebbe auspicabile un rispristino) fanno 6.394,70 litri d'acqua sprecata al giorno. Calcolando che è circa un mese che questa storia, segnalata più volte al Comando di Polizia Municipale di Lizzano e alla Direzione di AQP, va avanti, si arriva a 6.394,70 x 30giorni: 191.840,52 litri d'acqua già sprecata.
Ogni giorno che passa sprechiamo 6 tonnellate di acqua. Che dite, le ripariamo queste fontane? Ah, da sapere, quest'acqua la paghiamo noi, Comune di Lizzano.
Evento: TUTTI IN BICI PER IL SI