Egregio Presidente Vendola,
Le scriviamo per sottoporre alla Sua attenzione la difficile situazione che noi, papà e cittadini della provincia tarantina, ed in particolare di Lizzano, siamo costretti a vivere per colpa di scelte “scellerate”, fatte negli anni passati da amministratori pubblici e da imprenditori senza scrupoli e di cui noi paghiamo le problematiche conseguenze.
Tra i comuni di Lizzano, Faggiano, Roccaforzata, Fragagnano, Monteparano vi è l'Isola Amministrativa chiamata “Taranto B” distante 18 km dalla città Jonica. Per l'enorme presenza di cave di estrazione di tufi la zona è sembrata, a chi gestiva le cave, luogo idoneo al conferimento di rifiuti e occasione perfetta per lucrosi guadagni. Per quasi 40 anni una vasta zona è stata utilizzata come discarica incontrollata da parte di tutta la Provincia (ma anche da altre province, soprattutto del settentrione) senza che ci siano mai stati controlli né quindi, nessuna bonifica; questa stessa zona adesso è utilizzata per coltivazioni agricole.
Come Lei ben sa, prima non vi era nessuna normativa, mentre, dal 1982, tutte le discariche devono sottostare al DPR 915/82 che obbliga all'impermeabilizzazione dell'impianto per evitare che vengano contaminate le falde acquifere ed il terreno. La presenza di discariche incontrollate, precedenti all'emanazione del decreto normativo, ci fa temere l’eventualità di una contaminazione delle falde e del terreno. Come è noto, dal 1982 proprio quelle discariche incontrollate sono diventate discariche autorizzate allo smaltimento di RSU (rifiuti solidi urbani).
Nel 2003 invece, è iniziata, con un iter autorizzativo singolare e controverso, la triste storia della discarica per rifiuti speciali ex 2B “Mennole” della società Vergine, sita a soli 2 km dal centro abitato di Lizzano, con una volumetria di 1.080.000 m³. Rispetto all’iter, riteniamo che le Amministrazioni Provinciali e Regionale non abbiano fatto nulla per dipanare i dubbi e dare a noi cittadini risposte convincenti. Basti pensare che per la discarica San Felice di Palagianello, che aveva problematiche analoghe a quella della ditta Vergine spa, si è proceduto con revoca delle autorizzazioni.
Dal 2008 è entrata in esercizio la seconda discarica Vergine per rifiuti speciali “Palombara”, un sito con una volumetria di 2.288.000 m³, vicinissima al centro abitato (1500 metri). Per il suo avvio, i cittadini non sono stati interpellati e si è fatto passare per “un ampliamento” quello che di fatto si può considerare l’apertura di una nuova discarica di dimensioni enormi, quasi 3 volte superiore a quella precedente. Nel rilascio della VIA, non è stato preso in considerazione l’effetto cumulativo di 40 anni di discarica, ciò malgrado fosse già evidente una carenza negli strati di impermeabilizzazione, oggi palesata dalla relazione tecnica di un’equipe di ingegneri (secondo la quale mancherebbe 1 metro di stato di impermeabilizzazione).
Nello stesso anno la Regione Puglia autorizzava 3.612.298m³ e 2.612.146m³ alla Italcave di Statte e 2.200.000m³ alla Ecolevante di Grottaglie (famoso terzo lotto, a pochi km dai Comuni interessati anche dalla Vergine), tra le più grandi d’Europa. La sola provincia di Taranto può smaltire in totale 10.708.444m³ di rifiuti speciali.
Perché questa quantità immane?
E’ dato che ci lascia sconcertati. Nella sola provincia di Taranto viene smaltita una quantità di rifiuti speciali, provenienti da tutta Italia, di 14 volte superiore a quella dell'intera regione Lombardia pari a 750.000m³ nonostante non abbia un tessuto industriale tale da giustificare tutte queste discariche. Questo dato è ancora più sconcertante se si pensa che l’ILVA dispone di proprie discariche.
Come Lei può immaginare, lo smaltimento dei rifiuti speciali è un’attività che crea problemi nel territorio in cui è effettuata. La discarica Vergine ci fa vivere una vita fortemente disagiata: tutte le notti e le mattine ci costringe a respirare un’aria “puzzolente”, acre e nauseabonda, sprigionando gas velenosi per la nostra salute. Queste esalazioni non ci permettono di dormire, di poter respirare. A Lizzano siamo costretti a indossare le mascherine, a chiudere le finestre, a tappare le fughe per il gas per evitare l’ingresso delle esalazioni (rischiando), a “imbustare” le canne fumarie dei caminetti e a lasciarli inutilizzati, ad aprire le finestre delle scuole tutte le mattine perché il veleno ristagna nelle aule rimaste chiuse durante la notte, ad accompagnare i bambini a scuola coprendo loro il naso e la bocca con sciarpe per proteggerli almeno dalla puzza, purtroppo non dai danni che ne derivano. .
Noi, a Lizzano, siamo costretti a respirare veleni. Non c’è alternativa, non si può uscire e liberarsene, non puoi scegliere. NO! C’è solo gas. Se c’e vento di tramontana, noi sappiamo già nel pomeriggio che la sera ci lacrimeranno gli occhi, che la nausea inizierà a farci soffrire intorno alle 19,00, che non potremo uscire a farci una passeggiata, che i nostri bambini asmatici avranno serie difficoltà a respirare invocando aiuto. Purtroppo è un aiuto che noi non possiamo dare loro e questo ci fa sentire male, inutili, impotenti.
La nostra libertà è fortemente limitata. Presidente Le sembra normale tutto questo?
A seguito delle centinaia di telefonate di segnalazione del problema, fatte da noi papà e mamme, ai vigili del fuoco e alla Polizia Provinciale, finalmente l’apparato di controllo e tutela si è attivato. L’11 Gennaio di quest’anno i controlli sono stati effettuati e hanno riscontrato quello che noi da tempo continuiamo a dire: il non rispetto della legge 36/03, dell’AIA e delle condizioni poste da quest’ultima.
La discarica Vergine sembra abbia costruito un impianto di captazione del biogas soltanto ora, a seguito delle denunce dei cittadini, e, tuttora, sembra che non lo utilizzi e non abbia mai (o quasi mai) effettuato la copertura giornaliera dei rifiuti. Inoltre, sembra che la società non abbia mai condotto serie analisi sulla qualità dell’aria, dell’acqua e della terra, basti pensare che i dati rilevati nelle analisi auto-condotte all’interno dell’impianto evidenziavano valori di gran lunga inferiori a quelli riscontrati dall’ARPA al di fuori della discarica. Questo ci sembra paradossale e lo abbiamo evidenziato anche all’ARPA Taranto.
Inoltre, il monitoraggio di protocollo ARPA concerne solo il problema odorigeno, infatti, l’ARPA monitora la qualità dell’aria di Lizzano attraverso tre sole molecole organiche: Acido Solfidrico, Ammoniaca, Limonene. Questo non ci sembra essere esauriente per tutelare la nostra salute. Riteniamo che si dovrebbe tener conto anche delle molecole inodore, ma ugualmente tossiche e pericolose.
Ad ogni modo, già queste rilevazioni non ci lasciano tranquilli. L'acido solfidrico o idrogeno solforato H₂S è un gas incolore che emana un caratteristico odore di uova marce. Risulta essere uno dei responsabili dei miasmi insopportabili che ci attanagliano. Abbiamo appreso che è classificato come una sostanza fortemente velenosa (tossica a largo spettro) e che è un gas irritante che agisce su molti organi del corpo umano. I dati riscontrati dal monitoraggio differenziale dell’ARPA a Lizzano registrano valori che corrispondono agli effetti documentati nella letteratura scientifica1: bruciori agli occhi e al naso, tosse, mal di testa, odori sgradevoli, difetti neuropsicologici, ritardi verbali, problemi motori, di coordinazione ad occhi chiusi, di riconoscimento cromatico.
Per l’Acido Solfidrico non esiste una legislazione che ponga una soglia vincolante le emissioni, si conosce solo una soglia olfattiva alla quale si fa riferimento, ma non c’è nessuna soglia da rispettare.
La discarica Vergine presumibilmente non rispetta le norme, altrimenti non si spiegherebbero le enormi esalazioni.
In ogni caso, segnaliamo anche il suo coinvolgimento in 3 processi per traffico illecito di rifiuti (El Dorado 2003, Ragnatela Giugno 2010 e Spiderman Febbraio 2010).
Salute Pubblica
A preoccuparci di più, però, è la situazione sanitaria del nostro paese. A Lizzano c’è un’altissima percentuale di malati di tiroide (ghiandola spugnosa particolarmente sensibile a ciò che si respira), il dato è sin troppo anomalo se si pensa che Lizzano è ubicata a circa 4 km dal mare e che da 15 anni è meta ambita per “vacanze terapeutiche” dai bambini della Bielorussia (che necessitano di iodio a seguito dell’incidente di Chernobyl); quindi avrebbe dovuto essere teoricamente al riparo da effetti sulla tiroide; ed invece no!
A testimonianza di ciò, infatti, la vendita di farmaci per curare la tiroide (Eutirox e similari) è sconvolgente; un’altra anomalia sono le patologie asmatiche acute e croniche e del tratto respiratorio che colpiscono soprattutto i bambini;anche qui il riscontro della vendita dei farmaci (Seretide, Aliflus e similari) è allarmante.
A Lizzano è assai difficile morire di morte naturale, c’è sempre una patologia fulminante che porta al decesso. La mortalità per tumore è assai aumentata in questi ultimi anni, i casi ex novo aumentano diminuendo l’età media dei pazienti tumorati. Sempre più giovani al di sotto dei 40 anni sono affetti da patologie terminali! Di questo no riusciamo a darvi delle cifre perché non abbiamo indagini sanitarie geo-discriminanti.
Nonostante ciò la situazione sanitaria sembra non interessare nessun Ente, nonostante ciò non si procede alla creazione di Mappe Epidemiologiche che da anni andiamo chiedendo.
Occorre effettuare dei seri controlli mediante carotaggi su tutte le discariche esistenti in quella vastissima area, sia quelle chiuse e mai bonificate sia quelle in coltivazione, per indagare (retroattivamente) la bontà dei rifiuti conferiti, la reale effettuazione delle coperture giornaliere, verificare lo stato delle impermeabilizzazioni sul fondo delle discariche per scongiurarne l’eventuale possibilità di infiltrazioni nelle falde acquifere, analisi dettagliate sulle acque (noi non sappiamo niente sulla qualità dell’acqua), sulla terra (essendo il nostro territorio a forte vocazione agricola); sull’aria andrebbe effettuato un monitoraggio differenziale dove si evincano i picchi di concentrazione di acido Solfidrico: l’attuale monitoraggio a cui si fa riferimento è un campionamento passivo su media mensile dal quale, la stessa ARPA Puglia lo ha confermato, non si riesce ad evidenziare alcun picco delle esalazioni velenose.
La sospensione del 20 Gen 2011
La Regione Puglia a seguito dei controlli effettuati l’11 Gennaio 2011 ha provveduto alla sospensione in via cautelativa dell’autorizzazione alla Discarica Vergine poi prontamente revocata dal TAR di Lecce. Cosa intende fare la Regione? Quale la via che vuole seguire per garantirci un minimo di vivibilità?
Riaprire le AIA
Le AIA dovrebbero essere rispettate. Non basta rilasciare AIA con prescrizioni vincolanti; è necessario poi accertarsi che le condizioni poste (a tutela della salute pubblica e dell’ambiente) vengano rispettate: questo non viene fatto.
La Discarica Vergine non è passiva di adeguati controlli quindi le popolazioni non sono tutelate adeguatamente tanto che siamo costretti a vivere in una camera a gas dalla quale è impossibile uscirne.
I carotaggi sono la modalità investigativa retroattiva per indagare l’effettivo rispetto delle prescrizioni dalla Regione Puglia poste mediante le AIA.
Non solo la legge dovrebbe essere rispettata e fatta rispettare, ma anche i cittadini dovrebbero avere il diritto di essere ascoltati per poter scegliere come vivere sul proprio territorio, sulla propria terra.
Infine, La invitiamo come ospite nelle nostre case per fare esperienza di quello che le diciamo in questa lettera, magari in una sera di tramontana.
Auspicandoci che nelle future scelte istituzionali possa, insieme alla Sua Giunta, tenere in considerazione quanto oggi abbiamo cercato di illustrarLe, Le auguriamo buon lavoro.
Cordiali saluti,
I papà di Lizzano con l’associazione di volontariato AttivaLizzano
1 R. W. Beasley, “The eye and hydrogen sulfide” British Journal of Industrial Medicine, 20 32 (1963)
J. Luck, “An unrecognized form of hydrogen sulfide keratoconjunctivitis”, British Journal of Industrial Medicine 10, 748 (1989)
K. H. Kilburn, “Effects of hydrogen sulfide on neurobehavioral function”, Southern Medical Journal 96 639 (2003)
K. H. Kilburn and R H Warshaw, “Hydrogen sulfide and reduced sulfur gases adversely affect neurophysiological functions” Toxicological Industrial Health 11 p 185 (1995)
K. Partti-Pellinen, O. Martilla,V. Vilkka V, “ The South Karelia air pollution study: Effects of low-level exposure to malodorous sulfur compounds on symptoms” Archives of Environmental Health, 51 315 (1996)
K. H. Kilburn, “Evaluating health effects from exposure to hydrogen sulfide: central nervous system dysfunction”, Environmental Epidemiology and Toxicology 207 1 (1999)
T. H. Milby and R. C. Baselt, “Hydrogen Sulfide Poisoning: Clarification of some controversial issues”, American Journal of Industrial Medicine 35 192 (1999)
P. Jappinen, V. Vikka and O. Marttila, “Exposure to hydrogen sulfide and respiratory function”, British Journal Industrial Medicine 47 824 (1990)
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