26 febbraio 2015

Speciale Ecologia e Riciclo

del Q Provincia Taranto, 26 Febbraio 2015
    Le politiche ambientali secondo l’Unione Europea

Nel corso degli ultimi decenni i problemi legati all’inquinamento, al deterioramento delle risorse naturali e alla salute dei lavoratori hanno acquistato un’importanza sempre crescente. Tutto questo ha prodotto un’intensificazione delle iniziative di politica ambientale e socio-sanitaria, sia a livello nazionale che internazionale al fine di perseguire il cosiddetto sviluppo sostenibile, ossia uno sviluppo tecnologico e produttivo in grado di garantire una buona qualità della vita ed il rispetto per le generazioni future. La crescita della popolazione mondiale, l’aumento dell’urbanizzazione, l’incremento degli standard di vita e il rapido sviluppo della tecnologia hanno contribuito all’aumento della quantità e delle tipologie di rifiuti prodotti dalle industrie, dalle abitazioni e da altre attività. La Commissione Europea ha proposto un nuovo programma di azione per l’ambiente: “The Sixth Environment Action Programme of the European Community 2001-2010”. Questa proposta contiene una nuova ed ambiziosa strategia ambientale che definisce le aree prioritarie di intervento per i prossimi cinque – dieci anni. Il programma “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta” ruota attorno a quattro aspetti fondamentali: cambiamento climatico, ambiente e salute, natura e biodiversità, gestione delle risorse naturali. Inoltre evidenzia l’importanza di nuove forme di partecipazione di cittadini e imprese. All’interno della quarta priorità sulla gestione delle risorse naturali si trova un riferimento importante al ricorso al riciclo dei rifiuti; uno degli aspetti più problematici della politica ambientale dell’UE, infatti, è l’inesorabile accumulo di rifiuti; il programma «Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta» propone di sganciare la generazione di rifiuti dalla crescita economica, ad esempio ponendo maggiore enfasi sul riciclo e sulla prevenzione della generazione di rifiuti, da perseguire fra l’altro mediante una politica integrata dei prodotti. Ulteriori proposte si riferiscono a flussi specifici di rifiuti, come fanghi e rifiuti biodegradabili. Un uso più efficiente delle risorse sarà il leitmotiv della strategia tematica sul consumo sostenibile delle risorse altro settore in cui il Sesto programma di azione ambientale segnerà una svolta. La Commissione ritiene che in questo come in altri settori la fissazione di elevati obiettivi ambientali non comprometterà, anzi promuoverà, la competitività dell’industria europea. Spiega il Commissario Wallström: «Sarà vantaggiosa per l’industria, grazie a costi minori e a nuovi mercati, per i consumatori, che avranno meno rifiuti da smaltire, e naturalmente per l’ambiente».

·         Gestione e trasformazione dei materiali di plastica

I rifiuti possono essere gestiti in maniera ecologica, sostenibile e produttiva, al fine di creare un indotto economico nazionale e di garantire possibilità occupazionali. Il processo di riciclo della plastica deve risultare il più possibile virtuoso. Quando i rifiuti di plastica post-consumo vengono valorizzati al 100%, siamo di fronte ad un processo che porta ad una elevata percentuale di riutilizzo del materiale riciclato e alla trasformazione degli scarti non riciclabili restanti. In un ciclo virtuoso, il 75% dei rifiuti di plastica da imballaggi viene riciclato e trasformato dapprima in materia prima-seconda ed in seguito in un nuovo manufatto. Il rimanente 25% risulta costituito dagli scarti eterogenei degli imballaggi, che non sono più riciclabili. Vengono dunque trasformati in CSS. Si tratta di combustibile solido secondario, che viene impiegato nei cementifici in sostituzione del carbone. I rifiuti vengono trasportati dapprima verso i centri di raccolta regionali e in seguito agli stabilimenti per il riciclo. Viene valutata la qualità del materiale da consegnare per la trasformazione. Gli imballaggi - ad esempio bottiglie di plastica, shopper e flaconi del detersivo - vengono inseriti in un impianto di suddivisione e selezionamento. I rifiuti vengono preparati per il successivo processo di riciclo, previa suddivisione per tipo di polimero e per colore. Le bottiglie di plastica vengono lavate in acqua calda per eliminare etichette e eventuali residui di sporcizia. I flaconi di detersivo vengono sottoposti a processi meccanici di eliminazione dei materiali indesiderati. Il materiale consegnato, selezionato e preparato viene inviato al riciclo. Grazie al riciclo si ottiene il materiale finale, o materia prima-seconda. Si tratta di scaglie, granuli e geo-membrana bugnata. Dalle bottiglie di plastica si ottengono scaglie in PET adatte per la produzione di lastre, contenitori, prodotti per l’edilizia, per le auto o per il settore tessile, ma anche per ottenere nuove bottiglie d’acqua. Dai flaconi di detersivo si ricavano granuli destinati alla produzione di tubi e geo-membrana bugnata. Dagli shopper e dagli imballaggi filmati hanno origine scaglie e granuli utilizzati per produrre vasi per fiori, manufatti per l’arredo urbano, nuovi sacchetti e materiali per l’edilizia, come canaline, distanziatori e guaine bituminose.

·         La seconda vita dei materiali ferrosi


I rifiuti possono essere gestiti in maniera ecologica, sostenibile e produttiva, al fine di creare un indotto economico nazionale e di garantire possibilità occupazionali. Il processo di riciclo della plastica deve risultare il più possibile virtuoso. Quando i rifiuti di plastica post-consumo vengono valorizzati al 100%, siamo di fronte ad un processo che porta ad una elevata percentuale di riutilizzo del materiale riciclato e alla trasformazione degli scarti non riciclabili restanti. In un ciclo virtuoso, il 75% dei wrifiuti di plastica da imballaggi viene riciclato e trasformato dapprima in materia prima-seconda ed in seguito in un nuovo manufatto. Il rimanente 25% risulta costituito dagli scarti eterogenei degli imballaggi, che non sono più riciclabili. Vengono dunque trasformati in CSS. Si tratta di combustibile solido secondario, che viene impiegato nei cementifici in sostituzione del carbone. I rifiuti vengono trasportati dapprima verso i centri di raccolta regionali e in seguito agli stabilimenti per il riciclo. Viene valutata la qualità del materiale da consegnare per la trasformazione. Gli imballaggi - ad esempio bottiglie di plastica, shopper e flaconi del detersivo - vengono inseriti in un impianto di suddivisione e selezionamento. I rifiuti vengono preparati per il successivo processo di riciclo, previa suddivisione per tipo di polimero e per colore. Le bottiglie di plastica vengono lavate in acqua calda per eliminare etichette e eventuali residui di sporcizia. I flaconi di detersivo vengono sottoposti a processi meccanici di eliminazione dei materiali indesiderati. Il materiale consegnato, selezionato e preparato viene inviato al riciclo. Grazie al riciclo si ottiene il materiale finale, o materia prima-seconda. Si tratta di scaglie, granuli e geo-membrana bugnata. Dalle bottiglie di plastica si ottengono scaglie in PET adatte per la produzione di lastre, contenitori, prodotti per l’edilizia, per le auto o per il settore tessile, ma anche per ottenere nuove bottiglie d’acqua. Dai flaconi di detersivo si ricavano granuli destinati alla produzione di tubi e geo membrana bugnata. Dagli shopper e dagli imballaggi filmati hanno origine scaglie e granuli utilizzati per produrre vasi per fiori, manufatti per l’arredo urbano, nuovi sacchetti e materiali per l’edilizia, come canaline, distanziatori e guaine bituminose

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