21 febbraio 2014

Lizzano, dopo il sequestro «Chiarezza sul depuratore»



 Lizzano, dopo il sequestro «Chiarezza sul depuratore»
     Mozione dell’opposizione all’amministrazione Macripò

 L’opposizione chiede chiarimenti su quanto sta accadendo in questi giorni, sopratutto sul
fronte ambientale. “In merito al sequestro del depuratore consortile – scrive Antonio Clemente Cavallo - si
rende necessario promuovere provvedimenti utili ad evitare l’inquinamento del mare, del
canale “Ostone” e delle campagne prospicienti l’attraversamento
dello stesso canale”. Indispensabile dunque, una mozione consiliare rivolta al sindaco Dario Macripò. “Ci soffermiamo sulle motivazioni fornite dall’autorità giudiziaria, che ha apposto i sigilli all’impianto
depurativo per il mancato rispetto di precise norme di legge in materia. Per essere
più precisi, per il superamento degli indici degli agenti inquinanti e per mancanza dell’autorizzazione
provinciale allo scarico da parte di Acquedotto Pugliese. Il sequestro disposto– chiarisce il consigliere
comunale del Giglio per Lizzano - non fa venire meno, tuttavia, l’uso dell’impianto e, per questo, al fine di evitare conseguenze negative per l’intera zona di marina di Lizzano e non solo, si rende necessario cessare immediatamente lo scarico nel canale (e al mare), adottando provvedimenti volti al riutilizzo della falda marina, come già avvenuto nei periodi estivi degli ultimi due anni, attraverso apposite ordinanze sindacali”.
La richiesta di un intervento immediato è evidente. “Il consiglio comunale, pertanto, impegna la giunta ed il sindaco ad adottare immediatamente i provvedimenti necessari per dirottare in falda marina le acque reflue del depuratore consortile, come da progetto iniziale dell’impianto, al fine di preservare la bontà delle acque marine del nostro territorio, preservando così anche la salute di tutti i cittadini bagnanti della zona”. Ovviamente, l’auspicio poi, è quello di una risoluzione definitiva del problema. “Attendiamo- conclude Cavallo -modifiche tecniche e miglioramenti tecnologici dell’impianto capaci di garantire l’assoluta salubrità delle acque di scarico dell’impianto depurativo”. Ricordiamo che, nella giornata di martedì, a parziale conclusione di indagini d’iniziativa, avviate dopo i numerosi esposti presentati da associazioni ambientaliste e da cittadini, i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Lecce, coadiuvati dalla locale stazione carabinieri, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del tribunale
di Taranto, Vilma Gilli, su richiesta del pm, Lanfranco Marazia, relativo allo scarico del depuratore consortile di acque reflue urbane. Il provvedimento cautelare, supportato anche da analisi e campionamenti che hanno accertato il superamento dei parametri di inquinamento tabellari previsti dalla normativa vigente,
scaturisce dunque, proprio dalla necessità di impedire che dal canale giungano in mare sostanze dannose per la salute, con un’elevata concentrazione di organismi batterici. Al momento, l'ipotesi di reato contestata al legale rappresentante della società che gestisce l’impianto di depurazione e' quella del getto pericoloso
di cose mediante il superamento dei limiti tabellari previsti dalle norme vigenti. 
(di Lucia J. IAIA, Q Provincia Taranto, Giovedì 20 Febbraio 2014)

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